La fibra ottica viene utilizzata sin dagli anni Ottanta per la realizzazione di reti comunicazionali ad alto potenziale; la sua resistenza elettrica è infatti elevata, inoltre è leggera e flessibile ed è caratterizzata da bassa attenuazione ed alta velocità di trasmissione, che consente il trasporto di informazioni anche per diversi chilometri, senza subire grandi variazioni, interferenze o perdite dovute ad esempio ai cambiamenti climatici. Le tipologie di fibre utilizzate possono essere di tipo monomodale o multimodale, a seconda della lunghezza del collegamento necessitato.
Tipologie di fibre utilizzate
Per collegamenti medio-lunghi, ovvero tra gli 0,5 ed i 40 km, si necessita l’utilizzo di fibre unimodali pensate per la trasmissione di un singolo raggio luminoso, mentre quelle multimodali vengono solitamente utilizzate per brevi collegamenti, fino ad un massimo di 2 km, in quanto hanno un diametro tipicamente più largo e dunque una maggior capacità di propagazione della luce; minore è la distanza maggiore sarà la velocità raggiunta, con standard che vanno fino da un bit rate massimo di 100 Mbit/s per distanze non superiori ai 2 km, di 1 Gbit/s per distanze di massimo 1 km e di 10 Gbit/s per i percorsi fino a 550 m.
Le fibre multimodali consentono l’utilizzo di un’attrezzatura mediamente meno costosa di quella impiegata per la realizzazione delle monomodali, come ad esempio i diodi ad emissione luminosa (LED) e i laser a cavità verticale a emissione superficiale (VCSEL).
La funzionalità della fibra e il bilancio di potenza
Ma la velocità di trasmissione del segnale deve essere testata secondo il suo power budget, ovvero la differenza tra potenza del trasmettitore e sensibilità del ricevitore, che dà come risultato la perdita complessiva di collegamento (link loss), ovvero quanta potenza trasmissiva potrà essere dissipata, soprattutto in virtù di un cablaggio su lunga distanza.
La perdita è una condizione fisiologica dei collegamenti in fibra ottica; è dovuta all’usura degli apparati trasmissivi o dai mancati interventi di mantenimento, ed è dunque indipendente dalle tipologie di fibre utilizzate.
Per i collegamenti già posati, la misurazione viene effettuata attraverso appositi strumenti denominati ‘power meter’, mentre per l’analisi su tratti specifici si necessita dell’OTDR, Optical Time Domain Reflectometry.
Come migliorare le prestazioni
Gli apparati oggi in commercio arrivano ad una velocità massima di 40 Gbit/s, ma attraverso il sistema di trasmissione WDM è possibile inviare e ricevere dati su una singola coppia di fibre su più canali di frequenza, aumentando la velocità.
Tramite i silitoni, particolari onde elettromagnetiche autorinforzanti e amplificatori ottici, si possono migliorare le prestazioni del cablaggio, indipendentemente dalle tipologie di fibre utilizzate, per ridurre la dispersione e coprire lunghe distanze, senza l’uso di ripetitori.
Nei centri minori sta prendendo piede la tecnica di scavo in minitrincea, che oltre a permettere una riduzione dei tempi, abbatte anche i costi di impianto. Incentivata dalla legge n° 69 del 2009 per i minori disagi ed ingombri che è in grado di offrire ai cittadini, ad oggi viene utilizzata in Italia soprattutto per cavidotti di posa lungo strade periferiche o provinciali; il costo per la fornitura e la messa in opera è di circa 20 euro al metro, in opposizione ai 1.000 richiesti dal cablaggio classico.
Fonte: http://www.sky.it/abbonarsi/offerta/offerte-fibra-ottica.html